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META_forma
tra utopia e complessità

Concept Massimo Gasperini

Concept

META_forma è una ricerca che nasce dalla volontà di innescare - attraverso la disciplina architettonica - il risveglio delle coscienze lungamente assopite sulla complessità della crisi ambientale; una crisi da inquadrarsi non solo sotto il profilo fisico, ma anche come progressivo deterioramento dell’ambiente culturale, dei modelli di rappresentazione attraverso cui la società si relaziona alla vastità dei sistemi ambientali.

Quale contributo possiamo fornire noi architetti alla narrazione della realtà feno­menica nella quale siamo immersi, proiettandola nel futuro e auspicando, attraverso la speculazione progettuale, di giungere ad un equilibrio tra uomo, tecnologia e natura?

L’architettura, come disciplina che conforma lo spazio dell’abitare, può diventare un linguaggio sensibile attraverso cui l’uomo, primo artefice della trasformazione, possa ricostruire il proprio legame con la natura e con il progresso tecnologico. Oltre la funzione tecnica, essa è intrinsecamente narrazione concreta della fenomenologia dell’abitare: interpreta il paesaggio, canalizza le forze invisibili (luce, gravità, materia, tempo) aspirando ad un rapporto armonico tra artificio e ambiente. In questo senso può farsi strumento equilibrante tra essere umano, apparato tecnologico e contesto naturale, offrendo non solo luoghi, ma esperienze percettive che riconnettono l’individuo a una coscienza ambientale e cosmica.

In bilico tra la necessaria utopia e il fluire della nostra esistenza (pánta rheî, interpretando Eraclito), la Tabula gasperiniana, primo approdo narrativo di tipo esplorativo, coagula i fenomeni generativi offrendo stimoli percettivi tramite una rappresentazione capace di riconnettere l’individuo a una coscienza ambientale approdando ad una forma – nel ventaglio delle infinite possibilità - che non è solo costruzione, ma medium simbolico tra materia e spirito.

Questo libro riassume i primi esiti di questa ricerca formale, confidando nel pensero col­lettivo come forma di resilienza e ultima possibilità di rinascenza.

META_forma is a research initiative born from the desire to spark—through the discipline of architecture—a reawakening of long-dormant awareness regarding the complexity of the environmental crisis. This crisis must be understood not only in physical terms, but also as the progressive deterioration of the cultural environment and the representational models through which society relates to the vastness of environmental systems.

What contribution can we, as architects, offer to the narration of the phenomenal reality in which we are immersed—projecting it into the future and, through design speculation, aspiring to achieve a balance between humanity, technology, and nature?

Architecture, as a discipline that shapes the space of human dwelling, can become a sensitive language through which humans—the primary agents of transformation—can rebuild their connection to nature and technological progress. Beyond its technical function, architecture is intrinsically a concrete narration of the phenomenology of dwelling: it interprets the landscape, channels invisible forces (light, gravity, matter, time), and aspires to a harmonious relationship between artifice and environment. In this sense, it can become a balancing tool between human beings, technological apparatuses, and the natural context—offering not only physical spaces but perceptual experiences that reconnect the individual to both environmental and cosmic consciousness.

Suspended between necessary utopia and the flowing rhythm of our existence (pánta rheî, in Heraclitean terms), the Tabula Gasperiniana—the first exploratory narrative landing—coalesces generative phenomena, offering perceptual stimuli through a form of representation capable of reconnecting the individual to environmental awareness. It leads to a forma—within the spectrum of infinite possibilities—that is not merely construction, but a symbolic medium between matter and spirit.

This book summarizes the initial outcomes of this formal research, placing trust in collective thought as a form of resilience and a final possibility for rebirth.

Luigi Prestinenza Puglisi

"Ci chiediamo cosa sia rappresentato nella grande Mappa Gasperiniana ispirata alla Tabula Peutingeriana e a cosa servano le Meta_forme, oggetti di matrice circolare che punteggiano il territorio. Tre idee mi sembra di averle captate.
La prima è che siamo in un territorio immaginario, simile a quello di Flatlandia, dove le regole del mondo reale valgono sino a un certo punto. Un mondo che ricorda quello del Monumento Continuo di Superstudio e che nella sua irrealtà, ci è utile per comprendere e progettare meglio il mondo reale.
Ho capito poi che questo è il periodo della fine del decostruttivismo che immaginava oggetti geometrici esplosivi. E che pertanto si aprivano verso l’ignoto. Il nostro tempo, invece, cerca chiusure, protezioni da un mondo che temiamo, che dubitiamo di dominare e rispetto al quale ci poniamo in posizione difensiva. Da qui la circonferenza, una figura che, anche nel mondo reale, è sempre più usata dai progettisti: da Norman Foster a Mario Cucinella, da Stefano Boeri alle strutture dell’expo di Shanghai.
La terza idea che ho captato è che questo progetto è visionario perché propone un grado zero della scrittura architettonica, dove la forma nasca dai quattro elementi del mondo. Derivi pertanto dall’intima struttura della realtà e non dalle sovrastrutture ideologiche, dalla concretezza del reale, sia pure evocato attraverso la fantasia, e non dalla vanità delle immagini fi-ne a se stesse che caratterizza tanta mediocre architettura.

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We wonder what is represented in the great Gasperiniana Map, inspired by the Tabula Peutingeriana, and what purpose the Meta_forme serve—circular objects scattered across the territory. I believe I’ve grasped three key ideas.

The first is that we are in an imaginary territory, similar to that of Flatland, where the rules of the real world apply only up to a point. A world reminiscent of Superstudio’s Continuous Monument, which, in its unreality, becomes useful for better understanding and designing the real world.

I then understood that this is the end of the deconstructivist era, which envisioned explosive geometric objects—forms that opened up toward the unknown. In contrast, our time seeks closure, protection from a world we fear, a world we doubt we can control, and toward which we adopt a defensive posture. Hence, the circle—a shape that, even in the real world, is increasingly used by architects such as Norman Foster, Mario Cucinella, Stefano Boeri, and in structures like those of the Shanghai Expo.

The third idea I’ve captured is that this project is visionary, because it proposes a zero degree of architectural writing, where form emerges from the four elements of the world. It thus derives from the inner structure of reality, not from ideological superstructures—from the concreteness of the real, even if evoked through imagination—and not from the vanity of images that exist merely for their own sake, which typify so much mediocre architecture.

Alessandro Melis

Alla Biennale di Venezia 2025, sotto il tema evocativo “terra e acqua”, Massimo Gasperini ha presentato la Tabula Gasperiniana, un progetto visionario nato dall’indagine utopica META_forma. Attraverso questa radicale rielaborazione cartografica, Gasperini trasforma la memoria urbana stratificata in una piattaforma speculativa — riformulando le logiche spaziali storiche come mega-archetipi attraverso cui re immaginare i paesaggi del
mondo alla luce delle urgenze contemporanee.
Riflettendo su questo lavoro, vi riconosco un potente esempio di exaptation architettonica — un concetto tratto dalla biologia evolutiva che descrive tratti riutilizzati per funzioni impreviste. Il disegno di Gasperini non si limita più a rappresentare: agisce. Funziona come una struttura fantasma, un diagramma di potenziale spaziale latente. Anziché rievocare il passato con nostalgia, lo ricodifica come struttura per un urbanesimo ancora da venire.
Questo riuso creativo risuona con il pensiero neoplatonico, in cui le forme visibili sono emanazioni di verità invisibili. Come l’ascesa dell’anima in Plotino, la Tabula Gasperiniana canalizza conoscenze sepolte verso un nuovo disegno speculativo. Qui, la creatività non è invenzione, ma anamnesi—un ricordo di ciò che la forma ha custodito in silenzio.
In un’epoca di turbolenze climatiche ed epistemologiche, questo riuso radicale della forma cartografica e concettuale diventa essenziale. L’opera di Gasperini muta l’antico DNA spaziale in un’architettura speculativa per futuri post-antropocenici. La mappa, un tempo specchio del noto, diventa seme dell’ignoto—un artefatto contemplativo e generativo. Non restaura, ma propone. Non descrive il territorio, ma apre spazio a uno nuovo.

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At the 2025 Venice Biennale, under the evocative theme “Earth and Water”, Massimo Gasperini presented the Tabula Gasperiniana, a visionary project born from the utopian investigation META_forma. Through this radical cartographic reworking, Gasperini transforms layered urban memory into a speculative platform—reformulating historical spatial logics as mega-archetypes through which to reimagine the world’s landscapes in light of contemporary urgencies.

Reflecting on this work, I recognize in it a powerful example of architectural exaptation—a concept borrowed from evolutionary biology, describing traits repurposed for unforeseen functions. Gasperini’s drawing is no longer limited to representation: it acts. It functions as a phantom structure, a diagram of latent spatial potential. Rather than nostalgically evoking the past, it recodes it as a structure for an urbanism yet to come.

This creative reuse resonates with Neoplatonic thought, where visible forms are emanations of invisible truths. Like the soul’s ascent in Plotinus, the Tabula Gasperiniana channels buried knowledge toward a new speculative design. Here, creativity is not invention, but anamnesis—a recollection of what form has silently preserved.

In an age of climatic and epistemic turbulence, this radical reuse of cartographic and conceptual form becomes essential. Gasperini’s work mutates ancient spatial DNA into a speculative architecture for post-Anthropocene futures. The map, once a mirror of the known, becomes a seed of the unknown—a contemplative and generative artifact. It does not restore, but proposes. It does not describe territory, but opens space for a new one.

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In un libro perso nel tempo e nello spazio è presente una "Cartografia Gasperiniana", un lungo foglio colorato sul quale emergono, dal territorio, forme circolari astratte. Si tratta di una sorta di cosmografia - a tratti metafisica - che vuole ragionare sulla possibilità di nuove forme circolari e ad anello da costruire sul pianeta Terra o in un'altra Galassia. 

A volte queste forme sono morfologicamente inserite nel territorio, altre volte si elevano a costituire elementi autonomi ed iconici, edifici in nuce. 

In alcuni casi la circolarità fa un salto di scala e accoglie città immaginarie, posizionate su panorami astratti.

Massimo Gasperini, Architetto e Artista, è sempre capace di unire la visione immaginaria - e di totale fantasia - con l'attitudine architettonica. L'immaginario artistico progettato da Gasperini diventa, in un modo o nell'altro, una possibilità di architettura.

Il meta-linguaggio Gasperiniano è quindi sostanza artistica, capace di creare cosmogonie visionarie in cui l'architettura è al centro del processo.

Così la "meta - cosa" Gasperiniana che appare nella sua cartografia diventa pretesto per riflettere su possibili, nuove progettualità. 

Ma queste forme astratte, in un territorio astratto, posizionate in luoghi imprecisati del passato o del futuro remoto, in uno spazio-tempo immaginario, rappresentano non solamente gli elementi circolari di architetture che possono trasformarsi in materia: sono opere d'arte e come tali vanno viste, sempre, le opere di Gasperini, visioni autonome capaci di suscitare emozioni, di ispirazione per chi vuole cogliere nuove cosmografie del possibile.

Gli artisti sono difatti capaci di trasmettere sottotesti che si celano dietro alle loro opere, liberamente interpretabili. Ciascuno può decidere di cogliere questo o quel dettaglio, ognuno di noi può scegliere, nell'opera d'arte, cosa prendere per ispirarsi alla costruzione del futuro. Quindi l'arte diventa necessaria anche per progettare le forme di un mondo che verrà, o per ragionare su un universo che è già stato, in un tempo remoto. L'arte permette alle possibilità formali di moltiplicarsi, non rinchiude la forma in un recinto distributivo ma la proietta al di là della materia, oltre l'orizzonte delle visioni e proprio per la sua libertà espressiva, l'arte permette anche all'architettura di cogliere le nuove metafisiche in embrione, pronte a diventare presenze concrete sul territorio.

Massimo Gasperini consente all'arte di ispirare l'architettura, in un processo che fa nascere Utopie radicali.

Perché la "Tabula" Gasperiniana è una meta-forma persa tra utopia e complessità, una poetica radicale visionaria e contemporanea.

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In a book lost in time and space, there exists a “Gasperinian Cartography,” a long colored sheet upon which abstract circular forms emerge from the landscape. It is a kind of cosmography—at times metaphysical—that reflects on the possibility of new circular and ring-like forms to be built on planet Earth or in another galaxy.

Sometimes these forms are morphologically integrated into the terrain, other times they rise to become autonomous and iconic elements, embryonic buildings.

In certain cases, circularity takes a leap in scale and embraces imaginary cities, positioned within abstract panoramas.

Massimo Gasperini, architect and artist, has always been able to merge an imaginative—utterly fantastical—vision with an architectural sensibility. The artistic imagery conceived by Gasperini becomes, in one way or another, a possibility for architecture.

The Gasperinian meta-language is therefore artistic substance, capable of creating visionary cosmogonies in which architecture is at the heart of the process.

Thus, the Gasperinian “meta-thing” that appears in his cartography becomes a pretext to reflect on possible new design approaches.

Yet these abstract forms, in an abstract territory, placed in indeterminate locations of the past or the distant future, in an imagined space-time, do not merely represent the circular elements of architectures that may one day transform into matter: they are works of art, and as such they must always be seen. Gasperini’s works are autonomous visions, capable of evoking emotions and inspiring those who wish to grasp new cosmographies of possibility.

Artists, after all, are able to transmit subtexts that lie hidden behind their works, open to free interpretation. Each viewer may choose to notice one detail or another; each of us may decide what to take from a work of art as inspiration for constructing the future. Art thus becomes essential even for designing the forms of the world to come, or for reflecting upon a universe that has already been, in some distant time. Art allows formal possibilities to multiply; it does not confine form within a distributive framework but projects it beyond matter, past the horizon of visions. Precisely because of its expressive freedom, art also allows architecture to perceive new metaphysics in embryo, ready to become tangible presences in the landscape.

Massimo Gasperini allows art to inspire architecture, in a process that gives rise to radical utopias.

For the Gasperinian “Tabula” is a meta-form suspended between utopia and complexity, a radical poetic vision that is both visionary and contemporary.

Marco Maria Sambo

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La narrazione dei fenomeni
The narration of phenomena

Temporum iniquitate perit (perì nell’incuria dei tempi),
[dalla Tabula Peutingeriana, segmentum I, ca. 375 d.C.]
 

Temporum in[q]uitate perit (l’ingiustizia dei tempi scompare),

[dalla Tabula gasperiniana, segmentum I, MMXXV]

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Profitto I (post quem)
Disegni, Quaderno Nero, Massimo Gasperini, IV, 2018

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XX|X|2021

XX|X|2021

Avvio del progetto

XV|V|2025

19. Biennale di Architettura di Venezia

Padiglione Italia

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Dimensioni in cm della

TABULA gasperiniana

186

Pagine dedicate al progetto dal 

Quaderno nero II/2022

20

Scenari 

13

Professionisti 

coinvolti

Avvio del progetto

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